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Un processo (simulato) presso la Corte dell' IIS “Rita Levi-Montalcini”

Acqui Terme. “Ubi societas, ibi Ius”.

Dove è presente una società, lì vi è il Diritto.
Chi ha concluso, o sta affrontando, studi di Legge si sarà sicuramente imbattuto, almeno una volta, in questa locuzione latina, così breve e allo stesso tempo densa di significato. Nonostante la legislazione italiana sia quotidianamente oggetto di dibattito e di numerose critiche, è evidente che le norme siano alla base dell’esistenza di qualsiasi comunità, nelle quali vengono riconosciuti i diritti e sanciti i doveri.

È proprio con queste convinzioni che l’IIS “Rita Levi- Montalcini” ha deciso, anche per quest’anno scolastico, di proporre un progetto specifico per le classi Terze, Quarte e Quinte degli indirizzi Economico/SIA e Turistico.
L’evento, svoltosi nella mattina di venerdì 22 aprile scorso, nella sede di Corso Divisione, in collaborazione con il Tribunale di Alessandria e due Studi legali acquesi (son stati così coinvolti il Giudice Stefano Moltrasio; l'Avv. Daniela Pistone, nelle vesti di Pubblico Ministero, e l'Avv. Stefano Palladino, quale Difensore; il tutto sotto l'egida del capitolo BNI “La Bollente”), ha visto gli studenti cimentarsi nella risoluzione di un processo penale, mettendo in gioco le conoscenze acquisite nei loro corsi di studio.
È proprio questo aspetto ad aver incentivato la partecipazione dei ragazzi, che hanno dato vita ad un intenso scambio di opinioni: un caso simulato (la morte di un ragazzo a causa di un incidente stradale e, soprattutto, degli errori commessi in sala operatoria) nel quale non sono mancati spunti legati alla vita quotidiana (il codice stradale, tanto caro a chi si appresta a conseguire la patente di guida) e ai pilastri più fondanti della nostra società, contenuti nella legge fondamentale dello Stato: la Costituzione.
Sono state presentate le fasi del processo penale, con l’arringa presentata da entrambi le parti, in cui è stata messa in luce anche quell’ ars oratoria, così preziosa, tuttavia ormai dimenticata e non più coltivata dal nostro sistema educativo.
Una lezione, forse ancora più importante, è stata data dal dibattito, nato spontaneamente tra gli studenti riguardo, la decisione della pena da infliggere.
L’iniziale reazione “di pancia” agli eventi analizzati ha lasciato gradualmente il passo ad un’analisi più cauta e oggettiva, arrivando alla corretta interpretazione delle norme vigenti. Qual è, d’altronde, la differenza tra una pena sbagliata e l’assenza di giustizia? Come può ritenersi giusto un provvedimento che, invece di avere una finalità di rieducazione (art. 27 della Costituzione), mira esclusivamente alla punizione del condannato? Domande nate spontaneamente, ma che riflettono irrimediabilmente questioni di annosa attualità.
La centralità della materia legislativa, compresa fin dai tempi antichi, trasportata dalle primitive “tavole della legge” (presenti non a caso anche nelle tre grandi religioni monoteiste) fino all’età Moderna, ha favorito la nascita di quelle Costituzioni che oggi sono il vanto e il cardine delle Democrazie.
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Sicuramente l’incontro è riuscito nel suo intento di trasformare la conoscenza teorica, acquisita sui banchi di scuola, in competenza; e questo di fronte a un caso reale, aprendo, inoltre, ad una riflessione più larga ed interdisciplinare. E magari convincendo anche chi, dopo l’Esame di Maturità, è intenzionato ad avviarsi verso gli studi di Giurisprudenza.
Matteo Garrone, classe V C

Un processo (simulato) presso la Corte dell' IIS “Rita Levi-Montalcini”