UNA GIORNATA PARTICOLARE
L’uscita didattica del 24 febbraio a Milano che ha coinvolto un gruppo nutrito di alunni del nostro istituto rappresenta una giornata particolare, con la visita di mostre e luoghi significativi della città. Le classi erano quelle del triennio dell’indirizzo “Chimico Biotecnologico sanitario”, 3L, 4L e 5L, accompagnate dalle prof.sse Luigina Rebora, Laura Trinchero, Rossana Barbuto e Debora Mieli.
Lo spunto della visita didattica è stato il ritorno a Milano della mostra “Body worlds", visitata nel mondo da oltre 52 milioni di persone, che ha preso posto all'interno della stazione Centrale, nella Galleria dei Mosaici: “Il Ritmo Della Vita" era il suo titolo, e ci dava una panoramica completa del corpo umano.
Quelli esposti, infatti, erano dei corpi umani veri e propri, “in carne ed ossa" possiamo dire, trattati con la tecnica della plastinazione messa a punto dal dott. Gunther von Hagens, un procedimento che permette la conservazione del corpo umano tramite la sostituzione dei liquidi con polimeri di silicone.
Questo permette di avere una panoramica completa dell'anatomia e della fisiologia del corpo umano, mettendo in evidenza con un linguaggio chiaro le funzioni dell'organismo e dei vari organi, come pure delle patologie più frequenti legate alla nostra civiltà e il modo in cui sorgono: il titolo "Il Ritmo Della Vita" si riferisce proprio a questo. Gli alunni sono stati accompagnati da guide esperte negli ambienti, fra le teche, hanno osservato con curiosità i corpi esposti, si sono interrogati sui tantissimi stimoli a cui ognuno di noi è sottoposto nella vita moderna e, - come hanno scritto i curatori della mostra – “agli effetti che questi hanno nel lungo periodo sulla nostra salute fisica e mentale”. Questa esposizione ci fa capire come un’alimentazione più sana, supportata da un’attività fisica adeguata, rafforzi il sistema immunitario e renda possibile una vita più lunga e migliore anche al giorno d’oggi.
Se la mostra “Body worlds" è stata un’esperienza molto forte ed intensa, entrare nel Memoriale della Shoah ha aggiunto alla giornata un momento di riflessione e memoria collettiva.
La seconda tappa milanese riguardava proprio questo luogo: all’interno della stazione Centrale di Milano, al pianoterra, vi è un museo istituito nel 2013 che rappresenta la ricostruzione fedele del ‘Binario 21 - Auschwitz Birkenau’ da cui partirono, tra il 1943 e il 1945, verso i campi di sterminio, migliaia di persone, quasi tutte mai tornate.
“INDIFFERENZA”, questa è la parola impressa sul muro di cemento all’ingresso del memoriale, e si riferisce purtroppo ad un atteggiamento largamente diffuso. "L'indifferenza - come ricorda Liliana Segre, una dei pochi sopravvissuti che proprio da quel binario partì - racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi allora non c'è limite all'orrore. L'indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori".
L’indifferenza è anche il silenzio di chi allora si voltò dall’altra parte, il silenzio inteso come incapacità di sentire il dolore degli altri, un problema su cui riflettere anche oggi. Episodi di antisemitismo, di razzismo e di intolleranza tornano sempre più di frequente a riaffacciarsi sulla scena in questi tempi e sollecitano una reazione decisa ed energica a partire dal recupero proprio della memoria.
I ragazzi hanno ascoltato con attenzione il racconto della guida, hanno fatto domande, ed in silenzio hanno camminato vicino al binario, sono poi saliti sul treno - più simile ad un carro bestiame che ad altro - e guardato con interesse il “Muro dei Nomi” che riporta l’identità di tutte le persone che sono state deportate da questa stazione, tra questi anche tanti nomi conosciuti, come quelli degli Ottolenghi di Acqui Terme.
Quella del 24 febbraio è stata una giornata particolare, come abbiamo detto, una giornata in cui i ragazzi hanno vissuto momenti vari, spensierati e formativi allo stesso tempo, ricchi di riflessione sull’esperienza vissuta: l’uscita didattica si è poi conclusa nel tardo pomeriggio, dopo una brevissima sosta di ristoro nella zona moderna di Milano “City Life”, il gruppo ha fatto poi ritorno ad Acqui.
Debora Mieli