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Biotecnologie Sanitarie

Diploma in biotecnologie sanitarie

594 ore di igiene, anatomia, fisiologia, patologia, 396 ore di microbiologia e tecnologie di controllo sanitario, 330 ore di chimica organica e biochimica, 198 ore di chimica analitica e strumentale, 99 ore di legislazione sanitaria, 891 ore di laboratorio, tutte caratterizzate dalla presenza contemporanea di un docente di teoria e di un docente di attività pratiche, almeno 150 ore di stage presso ambulatori, farmacie, laboratori di analisi. Un elevato numero di  conferenze, seminari, visite guidate  presso atenei, associazioni e mondo del lavoro.

Questo il percorso scolastico di uno studente che frequenta il corso di Biotecnologie sanitarie nel nostro Istituto.

Che cosa sono le biotecnologie sanitarie?

Sono tecnologie che sfruttano le proprietà dei sistemi viventi per la messa a punto di principi attivi, la produzione di vaccini e lo sviluppo di nuove tecniche di analisi, di diagnosi delle malattie e delle relative terapie geniche e cellulari. 

Perché diplomarsi in biotecnologie sanitarie?

L’interesse per il mondo della sanità è in continua crescita, man mano che la società evolve dal punto di vista economico e culturale e nella popolazione aumenta la speranza di vita.

Il nostro  corso in biotecnologie sanitarie, pertanto, riscuote un gradimento molto elevato da parte dell’utenza, per il grado di approfondimento  delle discipline d’indirizzo, per la qualità della didattica , per le tecnologie innovative che vengono utilizzate nei laboratori e per i risultati lusinghieri che gli alunni ottengono al momento in cui lasciano la scuola e accedono al mondo del lavoro ed alle facoltà biomediche.

Quali competenze sviluppano i diplomati in biotecnologie sanitarie?

L'articolazione di biotecnologie sanitarie è uno dei corsi che fa capo all'indirizzo di Chimica, materiali e biotecnologie, insieme a quello di biotecnologie ambientali. Il piano di studi comprende materie caratterizzanti, come igiene, anatomia, fisiologia e patologia, biologia, microbiologia e tecnologie di controllo sanitario, nonché chimica analitica e strumentale, chimica organica e biochimica.

Durante il periodo di formazione si sviluppano competenze relative 

  • alle analisi strumentali chimiche e biologiche,

  • allo studio dei materiali e ai processi di produzione 

  • alle metodiche per la caratterizzazione dei sistemi biochimici, biologici, microbiologici e anatomici

  • all’uso delle principali tecnologie sanitarie nel campo biomedicale, farmaceutico e alimentare, al fine di identificare i fattori di rischio e causali di patologie

  • all’effettuazione ed interpretazione di studi epidemiologici, contribuendo alla promozione della salute personale e collettiva

  • all’analisi ed applicazione delle normative sanitarie italiane ed europee per la tutela della persona.

Dove si può lavorare con un diploma in biotecnologie sanitarie?

  • Laboratori di analisi chimiche e sanitarie: all'interno di questi ambienti di lavoro le competenze di un diplomato possono essere fondamentali per svolgere numerose attività. Dall'analisi chimica dei campioni biologici all'identificazione dei microrganismi che vivono al loro interno, i laboratori rappresentano una delle principali opportunità d'impiego in diversi settori: sanitario, farmaceutico, alimentare.

  • Enti e agenzie pubbliche di tutela sanitaria e ambientale : i biotecnologi diplomati possono trovare impiego presso società come Amag, che si occupa della potabilizzazione  delle acque, o ARPA (agenzia regionale per la protezione ambientale) o presso le ASL. 

  • Impianti di trattamento dei rifiuti: tra i possibili sbocchi lavorativi con un diploma in biotecnologie sanitarie c'è anche l'impiego presso i centri di trattamento dei rifiuti e di depurazione delle acque, con l'obiettivo di rendere meno inquinanti tali processi.

  • Assistenza clienti e vendite: grazie alle conoscenze acquisite, il diplomato in biotecnologie sanitarie può lavorare anche in ambito vendite e assistenza clienti presso le aziende che sfruttano le biotecnologie. In particolare, può ricoprire il ruolo di rappresentante di prodotti biotecnologici oppure fornire assistenza tecnica circa il corretto utilizzo delle apparecchiature scientifiche.

  • Aziende del settore alimentare e farmaceutico:  il biotecnologo sanitario può intervenire nei processi di trasformazione degli alimenti e di produzione di farmaci. Le sue competenze, inoltre, possono essere sfruttate per effettuare  controlli sulla qualità del cibo, delle bevande e dei prodotti farmaceutici

Dipendente o libero professionista?

Con un diploma in biotecnologie sanitarie si può lavorare sia come dipendente, presso il settore pubblico e privato, che in autonomia. 

Questo titolo di studio, infatti, oltre a fornire le competenze necessarie per candidarsi a un'offerta di lavoro presso un'azienda privata,  consente di partecipare a tutti i concorsi pubblici che prevedono come requisito un diploma di scuola secondaria di secondo grado.

In alternativa, è possibile provare la strada del lavoro autonomo e proporsi come libero professionista, offrendo le proprie competenze ad aziende diverse, occupandosi prevalentemente di consulenze e di analisi.

Studi universitari

Il diploma in biotecnologie sanitarie  apre la strada anche alla formazione universitaria. Offre, infatti, solide basi scientifiche che permettono al diplomato di  frequentare con successo numerosi  corsi di laurea, in particolare  Medicina e Chirurgia, Lauree delle Professioni Sanitarie, Veterinaria,  Biotecnologie, Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Biologia, Agraria, Enologia ed altre ancora, come risulta dalle statistiche elaborate dagli osservatori specializzati nazionali.